Ad inizio 2019 il team di Chrome rese pubblico il nuovo Chrome Extension Manifest V3, documento che contiene le norme e le linee guida che regolano il funzionamento delle estensioni del browser di Google.
Questione di API
Nel Chrome Extension Manifest V3 sono cambiate diverse policy, Big G le ha infatti modificate in modo da limitare il funzionamento di una specifica classe di add-on, gli adblocker.
A tal proposito lo sviluppatore di uBlock Origin, Raymond Hill, scrisse di essere molto preoccupato per le novità contenute nel nuovo documento, che di fatto impedirebbero alla sua estensione di operare.
Google ha infatti progettato la rimozione dell’opzione di blocking dalla webRequest API
, richiedendo agli sviluppatori di utilizzare invece declarativeNetRequest
. Tale modifica sembra essere stata concepita solo per supportare Adblock Plus che già da tempo collabora a stretto contatto con Big G, inoltre, il documento contempla solo le liste composte da un massimo di 30 mila filtri.
Il team di Chrome sarebbe poi al lavoro su un nuovo sistema di ablock integrato, realizzato in collaborazione con le aziende che aderiscono all'Better Ads Standard. È ipotizzabile quindi che il team di Mountain View abbia modificato il Chrome Extension Manifest in modo da contemplare unicamente l'adblocker di Google stessa.
Tale decisione influenzerà direttamente tutti quei browser che sono basati sulla codebase di Chromium. Trattandosi però di un progetto open source è possibile per i vari sviluppatori indipendenti eseguire un fork del codice di Chromium e proseguire lo sviluppo in modo parallelo a Google.
I vendor prendono posizione
Proprio in questi giorni i team di Opera, Brave e Vivaldi hanno ufficialmente confermato di non voler supportare la modifica al sistema delle estensioni proposta da Mountain View. Una volta che il nuovo Chrome Extension Manifest V3 sarà operativo gli sviluppatori di questi tre browser andranno a riabilitare manualmente il supporto alle webRequest API.
Uno dei pochi team che non si è espresso in merito a tale questione è quello di Edge. Microsoft infatti non ha commentato la scelta di Google, anche se è probabile che in futuro adotti una soluzione simile a quella degli altri vendor.
L'introduzione del Chrome Extension Manifest V3 è prevista per gennaio 2020, dunque entro quella data gli sviluppatori dei vari sistemi di adblock dovranno fare una scelta: continuare lo sviluppo solo per browser diversi da Chrome oppure abbandonare il proprio progetto. In ogni caso Opera, Brave e Vivaldi vengono già distribuiti con un sistema integrato di adblock ed è plausibile che anche nel prossimo futuro Edge venga dotato di tale funzionalità.
Via Zdnet