Nel novembre del 2003 Red Hat annunciava il rilascio di una nuova distribuzione chiamata Fedora Core 1, questa piattaforma Linux avrebbe poi segnato la nascita di un nuovo modello di sviluppo e di collaborazione con la community di utenti e developer Red Hat: essa infatti è sì supportata dalla compagnia e dal suo team, ma la sua implementazione viene gestita dai contributor che possono influenzare il processo di sviluppo ed evoluzione del progetto.
Fedora è stata concepita come un community project con cui creare una via più semplice per la distribuzione e la pubblicazione di software di terze parti sulla piattaforma di Red Hat. La distribuzione Linux sviluppata dall'azienda, Red Hat Linux, offriva all'epoca un set di strumenti e pacchetti base adatti ad una vasta platea di utenti, ma che spesso non accontentavano a pieno le esigenze della community di riferimento.
Ecco perché il progetto Fedora è stato pensato come una comunità di utenti che abbia il comune obiettivo di reperire e confezionare software non presenti nella configurazione base di Red Hat Linux, in modo da semplificare il lavoro di inclusione ed integrazione di nuovi pacchetti nei repository di Red Hat.
Alcuni mesi dopo il lancio di Fedora l'azienda decise di fondere la distribuzione con Red Hat Linux, dando vita al moderno Fedora Project che oggi racchiude uno dei più grandi team community-based del panorama Open Source.
Red Hat ha dunque investito sulla propria community facendola diventare parte attiva nel processo evolutivo del prodotto, cosi da fidelizzare maggiormente il bacino di utenti e, contemporaneamente, migliorare Red Hat Linux grazie all'enorme contributo dei volontari che, lavorando a stretto contatto con il team di sviluppatori della casa madre, ha realizzato una delle distribuzioni più popolari della community Linux.
15 anni fa l'ecosistema del Pinguino era nettamente diverso rispetto a quello odierno e, spesso, per ottenere software di terze parti era necessario ricorrere direttamente ai sorgenti se non si voleva attendere la creazione del pacchetto ufficiale per la propria distribuzione.
Red Hat scelse dunque saggiamente di affidarsi alla community per portare quanto più software possibile nella propria piattaforma, cosi da potenziare indirettamente anche la propria offerta commerciale. Negli anni anche altre distribuzioni scelsero strade simili, come ad esempio la community di Ubuntu che ancora oggi sfrutta i Personal Package Archives anche se il modello dei pacchetti bundle, rispetto ai classici repository, sta via via prendendo piede tra le distribuzioni Linux.
Via Fedora Magazine