Le nuove norme in merito alla fatturazione elettronica sono entrate in vigore dal primo gennaio non senza suscitare polemiche. Negli scorsi mesi il Garante della Privacy ha espresso ad esempio delle forti perplessità riguardo al sistema adottato dall'Agenzia delle Entrate che in alcuni aspetti non si dimostrava conforme ai dettami del GDPR.
Il Garante aveva infatti rilevato che durante le procedure di fatturazione elettronica sarebbe avvenuto un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio su larga scala dei dati personali, attività che avrebbe coperto ogni aspetto della vita quotidiana di un'ampia parte della popolazione. Tale richiesta di dati e informazioni appariva quindi sproporzionata rispetto all'obbiettivo di interesse pubblico.
Le critiche arrivano anche dal Codacons che on questi giorni si è detto pronto a presentare un esposto per interruzione di servizio. Secondo l'associazione dei consumatori, infatti, il servizio erogato dall'Agenzia delle Entrate non si sarebbe rivelato adatto a sostenere la mole di dati da elaborare, generando dunque una situazione di disagio per i contribuenti.
L'Agenzia ha però replicato tramite un comunicato stampa che racconta una situazione ben diversa da quella dichiarata da Codacons. Il comunicato recita infatti:
"A partire dal primo gennaio 2019, sul sistema di interscambio (Sdi) sono già transitate quasi un milione e mezzo di fatture elettroniche senza che il partner tecnologico Sogei abbia rilevato alcun problema tecnico o rallentamenti. Anche i centri multicanale dell’Agenzia non hanno ricevuto segnalazioni di malfunzionamenti. Per il 97% dei documenti inviati è stata già resa disponibile la ricevuta dell’invio prima degli ordinari 5 giorni previsti dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate."
In buona sostanza l'agenzia avrebbe respinto la accuse al mittente, comunicando che nessuna anomalia o rallentamento sul portale fatture è stato rivelato. Secondo i dati in mano all'AdE, infatti, sarebbero stati scambiati un milione e mezzo di e-fatture in meno di 3 giorni. La percentuale di errore si sarebbe aggirata intorno al 6%, un dato "fisiologico" stando all'Agenzia e motivato da errori che avrebbero invalidato anche fatture nel formato tradizionale.
Per alcuni analisti il vero banco prova dovrebbe essere la fine di gennaio ovvero quando gran parte delle aziende emetteranno la maggior parte delle fatture relative al primo mese dell'anno. Sarà dunque nei primi giorni di febbraio che si potrà valutare l'effettiva capacità del nuovo sistema informatico improntato dall'Agenzia delle Entrate.